martedì 8 febbraio 2011

A volte ritornano...

A volte ritornano.
La vittoriosa trasferta cagliaritana ha visto il ritorno alle origini di Giorgio Chiellini, riciclato terzino sinistro più per necessità che per effettiva convinzione, stante la perdurante carestia di decorosi ed integri interpreti del ruolo in zona Vinovo. Niente di nuovo sotto il sole: l'assist vincente per l'1-2 di Matri è l'eccezione che conferma la regola di un feeling mai esploso col cuoio, così come l'intervento mancato sul pareggio di Acquafresca ci ricorda che "la potenza è nulla senza controllo".
Senza la guida - spirituale e non - Legrottaglie-post-folgorazione-sulla-via-di-Damasco - o chi per lui - il nostro perde spesso la trebisonda, denunciando preoccupanti lacune nell'uno contro uno e alla voce "senso-della-posizione". Meglio sulla fascia, dunque? Ma anche no, causa piedi fucilati e fase difensiva lacunosa. Che poi venga considerato - ciononostante, e A RAGIONE - il miglior centrale italiano la dice lunga sulla decadenza di una scuola un tempo gravida di eleganti registi difensivi ed arcigni marcatori. Nondimeno, il fatto che sia una spanna-e-passa sopra i compagni di reparto in bianconero è indicativo dell'"organico-groviera" a disposizione di Delneri. Di qui a giugno, il cingolato targato Livorno sarà presumibilmente investito del poco edificante ma essenziale ruolo di tappabuchi extralusso: al centro o a sinistra, secondo necessità.
Sia chiaro: lunga vita a Capitan Futuro - a meno di proposte indecenti. Però... in risposta a quelli che "ci-vorrebbero-11-Chiellini": "no, grazie", almeno fin quando a calcio si giocherà anzitutto coi piedi. Uno basta - non avanza (nulla di questi tempi), ma basta.

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